In Memoria di Peter David
Ci ha lasciato un grandissimo scrittore che ha interpretato in modo originale il racconto di supereroi. Ho riletto i primi 10 numeri di Spider-Man 2099 o come dicevamo negli anni 90 L’uomo Ragno.
Il futuro secondo la Marvel
Piccola premessa nostalgia: tra i primissimi fumetti che ho letto in originale c’è stato proprio Spider-Man 2099 in particolare il numero 3. Autunno 1992 ero all’ultimo anno di Liceo e un mio amico mi portò da New York dove era stato con la famiglia alcuni comics tra cui appunto il numero 3 di questa neonata serie che sarebbe arrivata poco dopo anche in Italia. E fu amore a prima vista. Ero in mezzo all’entusiasmo dei primi due anni di Nathan Never, della lettura di Asimov, Bradbury e Gibson, della visione dei vari Blade Runner, Star Wars, Alien, Robocop… e la trasposizione nel futuro dei supereroi Marvel arrivò per me come la proverbiale ciliegina sulla torta.
Imparai lì a conoscere la scrittura così fresca, divertente e introspettiva di Peter David che avevo cominciato a leggere nella sua geniale riproposizione di X Factor a partire dal numero 71 della testata USA (ottobre 1991).
Ma Miguel O’Hara, così si chiama l’Uomo Ragno del futuro, come la contemporanea run su L’incredibile Hulk, dimostrano la particolare propensione di Peter David a scrivere per personaggi singoli (ma ripeto la sua X-Factor è da premi).
Miguel O’Hara vive nel 2099 in un mondo che nei primi 10 numeri è segnato da iper tecnologia, sfumature cyberpunk, decadenza alla Blade Runner. Il mondo del 2099 fa parte di un più ampio affresco, ma di tutti i personaggi creati a inizio anni ‘90 l’unico che ancora oggi fa capolino nelle pagine dei comics americani e ha avuto l’onore di un ruolo importante nel recente Across the spiderverse è proprio Miguel O’Hara: un ingegnere nel settore R&D della Alchemax, una delle corporazioni che controllano in modo invasivo e capillare la società (Big brother is watching you). Gli studi di Miguel sono rivolti alla creazione di super esseri tramite intervento sul DNA. Una fantomatica catastrofe ha fatto scomparire tutti gli eroi della Terra e ora a scopo di mantenimento del potere la Alchemax li vuole ricreare.
Miguel è uno sbruffone, pieno di sé, borioso e supponente, ancorché geniale. Ma mal sopporta da tempo di stare sotto padrone e decide di licenziarsi dalla Alchemax per liberarsi dal suo capo Tyler. Questi per non lasciarsi scappare Miguel lo inganna e nel brindisi di addio mette una dose di rapture, una droga potentissima che crea immediata dipendenza e che solo la Alchemax produce.
Miguel decide di provare su di sé la sua macchina sperimentale per riscrivere il suo DNA e togliere la dipendenza dal rapture, ma nel mezzo dell’esperimento uno degli assistenti sistematicamente deriso da Miguel (anche con ragioni perché meschino e antipatico) cambia il programma e inserisce il progetto Ragno con la speranza di uccidere il rivale (come l’uomo cavia precedente a lui), ma ovviamente nasce Spider-Man 2099!
Peter David ci regala con Rick Leonardi (disegnatore che ho sempre amato fin dai tempi sugli X-Men) quello che è il costume più figo di sempre. Il teschio del giorno dei morti messicano in linee stilizzate rosse su blu scuro e poi quelle alette sugli avambracci e il tessuto a mo’ di tela del ragno sulle spalle.
E ai poteri classici ne aggiunge di nuovi, la ragnatela che è realmente prodotta dentro in nuovi organismi nelle braccia di Miguel, gli artigli retrattili sulle punte della dita, canini da vampiro.
Scusate il lungo recap ma era necessario per chi non conoscesse il personaggio (ma DOVETE recuperare almeno i primi 10 numeri!).
L’arte di Peter David
Questa newsletter è dedicata a Peter David e per ricordarlo (oltre all’elenco di ciò che ha fatto che ho solo parzialmente riportato sopra) vorrei presentare due tavole tratte dai primi numeri di Spider-Man 2099.
Miguel si è appena mutato in Spider-Man ed è riuscito rocambolescamente a tornare a casa dove la attende Lyla la sua assistente olografica virtuale.
All’inizio Lyla che si presenta come Maryln Monroe in un celebre vestito mostra alcune varianti di avatar. E la terza è Zia May! La reazione di Miguel è secca, prima rompe la quarta parete e poi semplicemente dice:
Kill that one.
Metafumettisticamente David ci dice che Miguel non è Peter Parker, non è un ragazzino ma un adulto innanzitutto (come il recente Ultimate Spider-Man).
E poi l’ultima vignetta. Gabriel il fratello entra e trafelato pone mille domande a Miguel che prima replica:
Whatever happened to “Hi big brother! How’s going?”»
e poi rivela quello che gli è successo così da nasconderlo. Il fratello gli chiede perché bofonchia (‘mumbling’) e Miguel risponde:
«Because I’ve grown fangs, and if I open wide my mouth, you’ll see them».
Ironia di parole, finezza di rimandi, gusto di creare personaggi diversi seppur dentro la tradizione: questa è la novità che portano i grandi autori come David.
Ma vi avevo promesso una seconda tavola e questa è ad oggi per me la più rivelante e simbolica di questa nuova genesi di uno “Spider-Man”.
Antefatto: Spider-Man sta lottando con l’Avvoltoio nella Downtown della New York del futuro e dopo le classiche alterne vicende, riesce ad avere la meglio. L’Avvoltoio del 2099 è un essere davvero spregevole che pratica il cannibalismo e Miguel O’Hara ne ha ribrezzo.
Questa è la tavola che conclude lo scontro (dopo di che ‘corpo non vedo…’).
Miguel dichiara di voler salvare l’avvoltoio dallo ‘spiaccicarsi’ a terra, ma poi lo lascia cadere bloccato nella sua tela. Qui è il genio di David che ci ricorda una immagine archetipica della saga ultra cinquantennale di Spider-Man e mi riferisco alla drammatica morte di Gwen Stacy che cade dal ponte di Brooklyn. L’esito è lo stesso: la morte di chi cade, ma quel trattenere il braccio di Miguel è la cifra della distanza che intercorre tra lui e Peter anche verso i nemici.
Eredità e ingiustizia
E su questa cifra si sviluppa l’altrettanto interessante versione di Miguel O’Hara nello splendido film Across the spedirverse. Ho rivisto anche questo gioiello della animazione Marvel e davvero Miguel è un personaggio imponente e drammatico che ricorda il dilemma del ‘grande potere e grandi responsabilità’. Miguel è per ora il vero antagonista di Miles Morales perché incarna l’ordine e la salvezza generica del bene superiore all’istintività e allo slancio d’animo del giovane Spider-Man.
Una eredità che è tutta già dentro le prime pagine del fumetto di David e Leonardi. Perché ‘ingiustizia’? Perché Peter David dopo aver scritto pagine e pagine eccellenti e seminali, si è trovato praticamente sul lastrico per provare a curarsi da una dura malattia. Come tanti scrittori, non ha potuto godere di sacrosanti diritti d’autore, ma è sempre e solo stato pagato a cottimo… poi il sistema sanitario americano ha ulteriormente aggravato questa ingiustizia vissuta e percepita.
Scrivendo fumetti
Non vorrei aggiungere molto altro, semplicemente perché leggere e studiare un autore come Peter David è imparare a scrivere lasciandosi da un lato emozionare da immagini e testi e dall’altro lato cercando di motivare in modo ragionevole il perché di questa soddisfazione che si percepisce nel leggere.
Narrare che è atto ancestrale e legato all’essere stesso dell’uomo non è atto privo di coerenze e di regole, anzi. Si tratta di studiare, di gustare, di studiare perché si gusta e di gustare quel che si studia. Di mescolare generi e sensazioni proprio come accade nella vita di tutti i giorni dove i terminali dei 5 sensi sono amplificati dalla ragione e dal cuore.
Come è andato il lavoro che mi ha portato al soggetto de La montagna di giada, Dampyr 304 che uscirà in edicola a inizio luglio? Un doppio studio o ricerca. Da un lato è lo studio di ciò che è ‘dampyriano’ che ha regole e contesti suoi propri e dall’altro trovare (studiando) qualcosa che nella realtà sia spunto per diventare parte dell’immaginario dampyriano. Per La montagna di giada mi sono mosso riprendendo uno spunto accennato in una tavola o poco più di una storia ambientata in Cambogia e scritta da Giovanni Eccher e da una mia passione di studio per l’area del Sud Est Asiatico (dove per altro non sono mai stato in vita mia e che conosco solo ‘per via libresca’ direbbe Manzoni). Giudicherete poi voi la bontà degli spunti!
Altri fumetti
Poche altre letture (ho rivisto Across the spiderverse e quindi un po’ di tempo l’ho dedicato).
Comunque sto continuando la rilettura di Adam Wild e mi sono gustato il dittico disegnato da Laci per i numeri 3 e 4. Due numeri che si concentrano di fatto solo su Adam e Narciso e aiutano ad approfondirne la conoscenza oltre a farci incontrare per la prima volta Lady Winter, altro personaggio disfunzionale come il suo sodale Frankie Frost.
Mi fermo qui. Alla prossima! Ma onorate Peter David e rileggete qualche sua storia!